Il tessuto osseo è costituito per l’80% da osso compatto o corticale e per il 20% da osso spugnoso o trabecolare. L’ osso corticale compatto è il principale componente dello scheletro degli arti, mentre l’ osso spugnoso trabecolare è presente soprattutto a livello delle vertebre e del bacino.
L’unità fondamentale dell’osso è l’ osteone ; questa è una struttura composta da una serie di lamelle concentriche disposte attorno ad un canale centrale ( canale di Havers) che contiene capillari e fibre nervose. Ogni lamella è costituita da osteociti regolarmente allineati e collegati fra loro da canalicoli.
Nel tessuto osseo vi è una componente extracelullare (collagene, idrossiprolina, idrossilina, idrossiapatite e fosfato di calcio) ed una componente cellulare costituita da 3 tipi di cellule: gli osteoblasti, gli osteociti e gli osteoclasti.
Gli osteoblasti sono le cellule deputate alla formazione di nuovo tessuto osseo; quando gli osteoblasti rimangono intrappolati nella matrice ossea subiscono una serie di processi di maturazione e diventano osteociti. Gli osteoclasti , infine, sono quelle cellule deputate alla distruzione e al riassorbimento del tessuto osseo.
Da quanto sopra descritto, quindi, si intuisce come il tessuto osseo (a differenza di quanto comunemente si creda) non è un tessuto statico: infatti processi di neoformazione e di riassorbimento del vecchio tessuto osseo sono sempre e contemporaneamente presenti e si bilanciano fra loro determinando un quadro di sostanziale equilibrio: questo equilibrio, tuttavia, è di tipo dinamico.
Tuttavia, se nell’adulto normale esiste un sostanziale equilibrio fra i due processi, nel giovane, invece, prevalgono i processi di formazione mentre nell’anziano è più attivo il processo di riassorbimento.
Nel caso in cui via sia un’alterazione di questo equilibrio dinamico si possono determinare importanti malattie metaboliche del tessuto osseo (osteoporosi, osteomalacia, rachitismo, morbo di Paget).
La diagnosi di queste patologie metaboliche ossee viene effettuata mediante il dosaggio del metabolismo fosfo-calcico (paratormone o PTH, calcio e fosforo (plasmatico ed urinario), osteocalcina, telopeptide x) e mediante esami strumentali. Fra questi anche una semplice radiografia può mostrare una maggiore radiotrasparenza dovuta ad una perdita di calcio dalle ossa.
Tuttavia oggi vengono utilizzate tecniche più complesse come la densitometria o mineralometria ossea (MOC) o la densitometria a raggi X (DXA) che consentono di misurare la densità minerale ossea (BMD) ed il contenuto minerale osseo (BMC) .
In alcuni casi può essere indicato anche l’utilizzo della scintigrafia ossea con tracciante marcato con tecnezio.