PATOLOGIA MASSA GRASSA
Il tessuto adiposo è costituito da cellule chiamate adipociti che sono in grado di accumulare grasso sotto forma di trigliceridi e di liberarlo come acidi grassi e glicerolo. Gli adipociti, quindi, funzionano come contenitori capaci di immagazzinare grasso (lipidi).
Pertanto, visto che il grasso viene utilizzato soprattutto per produrre energia, il tessuto adiposo costituisce una vera e propria riserva di energia.
L’energia prodotta dal tessuto adiposo, infine, viene utilizzata per il metabolismo basale (ovvero processi obbligatori come l’attività cardiaca e respiratoria) nel 70% dei casi; nel restante 30 % in processi facoltativi (come l’attività sportiva).
Il tessuto adiposo, inoltre, può essere distinto in due tipi: il tessuto adiposo bianco, che ha prevalentemente il compito di produrre energia utilizzabile per le varie attività dell’organismo, e il tessuto adiposo bruno che, invece, serve per produrre energia non utilizzabile ma disperdibile solo sotto forma di calore. Il grasso bruno è particolarmente rappresentato alla nascita ma poi tende a diminuire con l’età in quanto viene sostituito da quello bianco.
Occorre distinguere, inoltre, il tessuto adiposo dalla massa grassa; infatti mentre il tessuto adiposo è eterogeneo in quanto composto anche da acqua e proteine, per massa grassa si intende la sola componente lipidica ovvero il solo grasso.
Esistono diverse metodiche per calcolare la massa grassa.
Le metodiche dirette sono l’impedenziometria, la densitometria, la tomografia computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica nucleare (RMN).
Le tecniche indirette, invece, sono di più comune utilizzo: la plicometria stima la percentuale di grasso corporeo derivandola dallo spessore delle pliche cutanee a livello del bicipite, del tricipite, della zona sottoscapolare e soprailiaca; l’indice di massa corporea (Body Mass Index o BMI) si ottiene dividendo il peso corporeo (espresso in Kg) per l’altezza al quadrato (espressa in metri) e fornisce indicazioni sulla presenza di eventuali alterazioni del peso corporeo (sottopeso, normopeso, sovrappeso od obesità).
Un altro indice ponderale molto utilizzato è il peso ideale che può essere calcolato mediante diverse formule (la più utilizzata delle quali è la formula di Lorenz).
E’ opportuno sottolineare che l’accumulo di grasso in sede viscerale (addominale) è un importante fattore di rischio metabolico e cardiovascolare. Vale a dire che gli individui che accumulano grasso in questa sede hanno un maggior rischio di sviluppare diabete, ipercolesterolemia, infarti cardiaci o ictus cerebri rispetto a soggetti che accumulano grasso in altre sedi (per esempio nelle gambe). Si è cercato, pertanto, di trovare un parametro che in base alla distribuzione del grasso viscerale fornisse delle indicazioni sul rischio metabolico e cardiovascolare. L’indicatore di distribuzione viscerale più utilizzato è il Waist Hip Ratio (WHR) ovvero il rapporto fra la circonferenza della vita e dei fianchi.
Tutti questi indici vengono utilizzati per una stima approssimativa della quantità totale di grasso presente nell’organismo; tuttavia la quantità effettiva di grasso dipende sia dal numero che dalle dimensioni degli adipociti.
Gli adipociti, infatti, possono aumentare di numero (iperplasia) solo durante i primi 2 anni di vita e durante la pubertà; questo processo è irreversibile (ovvero un adipocita, una volta formatosi, non può essere più eliminato).
Nell’adulto, invece, le cellule del tessuto adiposo possono solo aumentare di dimensioni (ipertrofia) attraverso il riempimento o diminuire con lo svuotamento degli adipociti.
Dato che l’iperalimentazione tende a far incrementare sia l’ipertrofia che l’iperplasia del tessuto adiposo, il numero totale di cellule contenenti grasso in un individuo dipenderà dal tipo di alimentazione avuta durante i primi anni di vita e durante la pubertà. Quindi in un adolescente che mangia in modo scorretto iperalimentandosi, si formeranno molti adipociti che non potrà mai più eliminare per tutto il resto della sua vita; tutt’al più potrà ridurre la quantità di grasso contenuta in essi ma mai eliminarli completamente divenendo un soggetto predisposto all’incremento ponderale.
L’eccesso di massa grassa diffusa (soprappeso, obesità) o localizzata (lipomatosi) possono essere espressione di diverse patologie, più o meno complesse, e possono sono causare altrettante alterazioni metaboliche ed endocrine.
Al contrario una forte riduzione della massa grassa (magrezza, lipodistrofia) si può riscontrare in altre patologie metaboliche, endocrine o psichiatriche (come, per esempio, l’anoressia nervosa).
GIU
2011