TERMOABLAZIONE CON RADIOFREQUENZA NODULI TIROIDE
Termoablazione nodulo tiroide (patologia piuttosto comune con una prevalenza complessiva che varia dal 5 al 50%).
Nella maggioranza dei casi i noduli tiroidei sono lesioni benigne.
Le strategie terapeutiche sono numerose ed includono la terapia medica soppressiva con levotiroxina, che è indicata in giovani pazienti con piccoli noduli freddi e normale funzione tiroidea.
La chirurgia costituisce il gold standard per i noduli maligni, gozzi compressivi (e/o con diametro massimo >3 cm) e gozzo tossico (prenota una visita chirurgica). La terapia radiometabolica è un’opzione semplice, sicura ed economica nel trattamento dei noduli autonomi iperfunzionanti oltrechè nel trattamento dei grossi gozzi benigni in pazienti che rifiutano l’intervento chirurgico o ad alto rischio anestesiologico.
TERAPIA PERCUTANEA
Tra le terapie percutanee, che rappresentano una valida e consolidata alternativa, ricordiamo l’alcolizzazione (PEI) per i noduli autonomi e le formazioni cistiche (prenota un’alcolizzazione tiroidea), e l’ablazione laser (LTA) per il trattamento dei noduli gozzigeni compressivi e dei noduli autonomi.
L’ablazione con radiofrequenza (RF) è una tecnica usata da svariati anni per il trattamento percutaneo di numerose neoplasie (in particolare l’epatocarcinoma) e per la prima volta nel nostro centro è stata utilizzata anche per il trattamento delle nodularità tiroidee.
Sono trattabili con ablazione RF indotta i pazienti non candidati all’intervento per alto rischio chirurgico e/o anestesiologico, eutiroidei portatori di noduli freddi o ipocaptanti alla scintigrafia, con un pattern solido alla ecografia basale e citologia negativa per malignità dopo agoaspirato ecoguidato (prenota un agoaspirato tiroideo), e con sintomi di compressione (dispnea inspiratoria prevalentemente notturna, disfagia, senso di oppressione al collo, deviazione dell’asse tracheale).
Prima di ogni trattamento deve eseguito un profilo ormonale comprendente il dosaggio delle frazioni libere degli ormoni tiroidei, del TSH, degli anticorpi anti HTG, antiperossodasi e della calcitonina, una ecografia con color Doppler della tiroide e del collo ed una radiografia standard per valutare la presenza di una deviazione dell’asse tracheale. L’accesso alle procedure è avviene in regime di Day Hospital e tutti i pazienti devono sottoscrivere un dettagliato consenso informato.
L’ablazione con radiofrequenze è condotta utilizzando un ago RITA © Starbust inserito sotto guida ecografica a mano libera.
L’ago, 14G di calibro, 10 cm di lunghezza, composto di 9 uncini espandibili fino a 5 cm, è inserito in ogni singolo nodulo con tragitto medio-laterale onde direzionare il flusso di energia verso le regioni laterali del collo e lontano da aree a rischio di lesione termica per contiguità quali il nervo laringeo inferiore e le strutture tracheoesofagee; il tempo di esposizione è variabile tra 11 e 20 minuti, raggiungendo una temperatura massima variabile tra 101°C e 105° C.; per raggiungere la necrosi completa del nodulo trattato sono necessarie da una a tre sedute in media.
I trattamenti sono monitorizzati sotto ecografia B-Mode in real time per valutare il corretto posizionamento degli uncini ai limiti periferici della lesione. Una volta estratto l’ago Rita si esegue una valutazione ecografica per escludere complicanze intra o extranodulari, mentre l’estensione della necrosi indotta è valutabile con l’ausilio del Color Doppler. I pazienti sono in osservazione per due ore e dimessi senza prescrizione di terapia.
Il primo follow-up ecografico e Color Doppler (prenota un ecocolordoppler tiroideo) è programmato a 1 mese studiando l’ecogenicità, l’ecostruttura e i margini della lesione indotta, la presenza di spots calcifici, la presenza o assenza di flusso intra e perinodulare e il volume del nodulo; a 3, 6 e 12 mesi il follow-up ecografico è associato ad una valutazione del profilo ormonale e ad esame clinico palpatorio con valutazione dei sintomi compressivi secondo un punteggio arbitrario (0= assente, 1= presente) attribuito a ciascun sintomo. La deviazione tracheale è valutata con esame radiologico convenzionale a 12 mesi.
I pazienti portatori di una patologia gozzigena compressiva e sintomatica, solitamente anziani e affetti da patologie concomitanti che non possono accedere ad un trattamento chirurgico convenzionale, possono così ottenere importanti benefici dalla terapia ablativa con radiofrequenza. Questa produce una necrosi seguita da riduzione del volume complessivo della zona trattata che viene sostituita da tessuto fibrocicatriziale con conseguente remissione dei segni clinici e dei sintomi legati alla compressione.
La riduzione di volume è particolarmente evidente già a trenta-sessanta giorni dopo la procedura ablativa con un miglioramento sensibile se non la scomparsa della sintomatologia compressiva.
Prof. Stefano Spiezia
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GIU
2011