ESISTE UN’ASSOCIAZIONE TRA TIROIDITE CRONICA DI HASHIMOTO E TUMORE TIROIDEO?
La tiroidite cronica di Hashimoto è una malattia molto comune, che può interessare il 2-15% della popolazione generale.
La diagnosi di tiroidite cronica si pone sulla base della positività degli anticorpi anti-tireoperossidasi (TPO-Ab) e/o di un quadro ecografico tipico (tiroide ipoecogena e con ecostruttura disomogenea. (prenota un’ecografia tiroidea)
La tiroidite cronica è clinicamente asintomatica ma la sua progressione può portare allo sviluppo di ipotiroidismo, con la sintomatologia che ne consegue.
E’ noto che la tiroidite di Hashimoto ha una patogenesi autoimmune: in sostanza è causata da un’infiammazione cronica sostenuta dall’auto-immunità cellulo-mediata e anticorpo-mediata, la quale induce una flogosi cronica della ghiandola.
Poiché alcuni studiosi ritengono esista un’associazione fra l’infiammazione cronica e lo sviluppo di tumori, la comunità scientifica si è spesso interrogata sulla possibilità che la tiroidite cronica possa specificatamente facilitare lo sviluppo del tumore tiroideo.
A tal fine, sono stati prodotti diversi lavori scientifici, alcuni dei quali hanno evidenziato una maggior prevalenza di carcinoma tiroideo nella tiroidite di Hashimoto. Altri lavori, invece, non hanno confermato questa correlazione.
Più recentemente, è stato pubblicato uno studio di coorte prospettico su oltre 10 mila pazienti. In questa popolazione, la prevalenza di Hashimoto era del 27% ed il 66% dei circa 20.000 noduli riscontrati in questa popolazione è stato sottoposto ad agoaspirato. (prenota un agoaspirato tiroideo)
La presenza di tiroidite di Hashimoto si associava in modo significativo (p < 0.01) ad un aumentato rischio di citologia indeterminata (TIR3, secondo la classificazione italiana) e di citologia maligna (TIR 4 e TIR5, sempre secondo la classificazione italiana). Più precisamente la tiroidite cronica si associava a una citologia maligna nel 10.3% nei pazienti con tiroidite (contro il 6.8% della popolazione senza tiroidite).
Dei pazienti sottoposti a tiroidectomia e con esame istologico definitivo, escludendo i micro-carcinomi occulti, la prevalenza del carcinoma tiroideo era del 23.3% (contro il 15.9% della popolazione senza tiroidite). Non sono state riscontrate, invece, differenze significative in termini di aggressività tumorale tra i due gruppi.
Su questa base, gli autori di questo studio affermano che un nodulo tiroideo nell’ambito di tiroidite cronica di Hashimoto ha un rischio del 45% più alto di essere un tumore tiroideo rispetto ai noduli in pazienti senza tiroidite.
CONCLUSIONI
Questo è uno studio molto ampio, ma con alcuni limiti, e non consente di mettere la parola fine sulla possibile associazione tra tiroidite cronica di Hashimoto e carcinoma tiroideo.
Infatti, non è ancora certo se quest’associazione sia reale e se sia mediata da meccanismi immunologici (ad oggi ancora mai sperimentalmente dimostrati).
Non è escluso, infatti, che possa anche essere il frutto di una casuale concomitanza di due patologie (tiroidite cronica e tumore tiroideo) molto frequenti e sempre più frequentemente diagnosticate in seguito alla sempre maggiore diffusione dell’ecografia tiroidea. (prenota un’ecografia tiroidea)
Sono quindi sicuramente necessari ulteriori studi prospettici e randomizzati, per rispondere in modo definitivo a questi quesiti.
INDICAZIONI PRATICHE
In ogni modo, nella pratica clinica quotidiana, al paziente con noduli tiroidei all’interno di un quadro di tiroidite cronica, è consigliabile far eseguire accurate valutazioni ecografiche, preferibilmente direttamente con lo specialista endocrinologo. (prenota un’ecografia tiroidea)
Infatti, la flogosi cronica del tessuto tiroideo può rendere particolarmente difficile la valutazione di noduli tiroidei. In un contesto tiroiditico, infatti, con una ghiandola tiroidea già ipoecogena e disomogenea, i noduli possono presentare aspetti ecografici peculiari, come margini più sfumati, possono essere scambiati per semplici aree pseudonodulari o addirittura possono passare inosservati.
L’esecuzione dell’esame ecografico direttamente con lo specialista endocrinologo esperto in ecografia, invece, riduce notevolmente questo rischio. (prenota un’ecografia tiroidea)
Un altro parametro da valutare con attenzione, infine, è accrescimento dimensionale del nodulo. Infatti, nei pazienti con ipotiroidismo da tiroidite autoimmune, specie se in trattamento sostitutivo con levotiroxina da tempo, si assiste solitamente ad una progressiva riduzione delle dimensioni della ghiandola in toto e dei noduli in essa contenuti. Se, al contrario, si osserva un’atrofia generalizzata della ghiandola e contemporaneamente un incremento delle dimensioni del nodulo allora è consigliabile seguire con attenzione tale formazione ed indicare, se necessario, l’agoaspirato tiroideo. (prenota un agoaspirato tiroideo)
Prenota una visita specialistica endocrinologica sull’argomento.
Dott. Massimiliano Andrioli
Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio
Centro EndocrinologiaOggi, Roma
viale Somalia 33A, Roma
tel/fax 0686391386
cell 3337831426
Studio EndocrinologiaOggi, Lecce
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tel/fax 0686391386
Bibliografia
– Silva da Morais N, et al. The impact of Hashimoto thyroiditis on thyroid nodule cytology and risk of thyroid cancer. J Endocr Soc 2019, 3: 791-800.
– Pinna G. AME News N 40, 2019
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