TIROIDITE SUBACUTA E COVID
Da recenti dati della letteratura scientifica sembra emergere una possibile associazione tra tiroidite sub-acuta e infezione da SARS-CoV-2.
La tiroidite sub-acuta, detta anche tiroidite di De Quervain, è un’infiammazione della tiroide che si caratterizza per dolore al collo, febbre, sintomi generali, disfunzione tiroidea e, solitamente, si risolve completamente dopo adeguata terapia.
Si tratta di una patologia di origine virale. Infatti si manifesta prevalentemente in concomitanza di epidemie virali (ad esempio durante i periodi influenzali) ed è quasi sempre preceduta da un’infezione delle prime vie respiratorie. Molti virus sono stati riconosciuti come possibili agenti scatenanti (Echovirus, Virus influenzali, Adenovirus, Epstein Barr, Virus della parotite etc).
Più recentemente, purtroppo, abbiamo conosciuto un nuovo virus, il coronavirus SARS-CoV-2, responsabile di una sindrome respiratoria acuta grave (COVID) e della recente pandemia.
Man mano che la pandemia si è diffusa nel mondo è andato aumentando il numero di casi descritti di tiroidite subacuta scatenata da un’infezione da SARS-CoV-2.
In questo articolo descriveremo cosa si sa, al momento, sul rischio di sviluppare una tiroidite subacuta nei soggetti che hanno o hanno avuto un’infezione da SARS-CoV-2.
Il primo caso al mondo, è stato segnalato in Italia. Una giovane donna che in realtà si era rapidamente ripresa da una malattia da coronavirus di modesta entità ma che continuava a manifestare dolore al collo, tachicardia e febbre, sintomi specifici ma compatibili con una tiroidite subacuta. La clinica, assieme al dato ecografico e laboratoristico consentivano di diagnosticare la presenza di una tiroidite subacuta.
Dopo questo caso, gli stessi autori, ne hanno segnalati altri quattro ed in letteratura si sono moltiplicate le segnalazioni di casi di tiroidite subacuta scatenate da infezioni da SARS-CoV-2. Ed è probabile che l’incidenza di questa problematica tiroidea, al momento, sia anche sottostimata. Nella mia casistica personale, ad esempio, al momento della pubblicazione di questo articolo, sono almeno tre i pazienti con questa problematica già diagnosticati e trattati.
Ma perché il SARS-CoV-2 potrebbe essere in grado di causare una tiroidite subacuta?
Innanzitutto, come già descritto per altri virus, è possibile che l’infezione da coronavirus che interessa per primo le alte vie respiratorie possa trasferirsi per contiguità e continuità alla tiroide. Sappiamo, infatti, che l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE-2) è il recettore per l’ingresso di SARS-CoV-2 nelle cellule umane. La presenza di ACE-2 è stata dimostrata in molte cellule umane di organi ritenuti bersagli tipici del virus (ad esempio i polmoni). Ma una studio recente ha dimostrato che l’mRNA che codifica per il recettore ACE-2 è espresso anche nelle cellule follicolari tiroidee. Questo le rende un potenziale bersaglio per l’ingresso di SARS-COV-2 e soprattutto potrebbe spiegare il nesso tra tiroidite subacuta e sindrome COVID.
In ogni modo l’aumentato rischio di sviluppare una tiroidite subacuta nei pazienti che hanno (o hanno avuto) un’infezione da SARS-COV-2 è stata confermata anche da altri studi.
Tra questi un lavoro retrospettivo effettuato su pazienti con gradi diversi di infezione da SARS-CoV-2: malati con sintomatologia lieve, malati in terapia sub-intensiva e malati in terapia intensiva. In generale tra tutti i pazienti ricoverati in terapia intensiva il riscontro di tireotossicosi era maggiore nei pazienti con COVID-19 rispetto a quelli sempre ricoverati in terapia intensiva ma per motivi non legati al COVID.
Un’altra caratteristica che sembra emergere dagli studi è la tiroidite subacuta che si riscontra nei pazienti con COVID, si manifestava con una sintomatologia clinica minore. I pazienti, infatti, presentavano un dolore al collo meno intenso e con minor frequenza. Anche l’altra sintomatologia clinica (come la tachicardia) sembra essere meno presente e invalidante, probabilmente come conseguenza di una tireotossicosi meno importante (come testimoniato da valori di TSH bassi ma non sempre particolarmente soppressi). Un’altra caratteristica per cui la tiroidite subacuta da COVID sembra differenziarsi dalla classica tiroidite subacuta di DeQuervain è l’assenza di una franca linfocitosi (aumento di linfociti).
Si è ipotizzato che queste differenze siano dovute al fatto che il danno cellulare da SARS-CoV-2 è principalmente di tipo apoptotico. Nella classica tiroidite subacuta non correlata a COVID-19, invece, prevale un infiltrato infiammatorio di cellule giganti che determina distensione capsulare e conseguentemente dolore locale al collo.
Un altro recente studio italiano monocentrico e retrospettivo effettuato su pazienti Covid ospedalizzati, ma non in terapia intensiva, ha ipotizzato anche un altro meccanismo patogenetico alla base dell’associazione tra COVID e tiroidite subacuta. Durante l’infezione da SARS-CoV-2 si sviluppa una tempesta di citochine (in particolare di interleuchina-6, IL-6). Questa tempesta potrebbe influenzare la funzione tiroidea determinando una tireotossicosi. Il rischio di tireotossicosi in questi pazienti, infatti, era tanto più elevato quanto più elevati erano i valori di IL-6. Per questi motivi, gli autori hanno ipotizzato che il COVID-19 possa associarsi ad un più alto rischio di tireotossicosi in seguito all’attivazione immunitaria sistemica indotta dall’infezione del virus stesso.
CONCLUSIONI
In conclusione, sebbene i dati in letteratura siano ancora preliminari e da confermare, sembra emergere chiaramente un maggior rischio di tiroidite subacuta nei pazienti affetti da infezione da SARS-CoV-2. Il rischio sembra essere maggiore nei pazienti con forme più severe di COVID ma una tiroidite subacuta può svilupparsi anche nelle forme lievi o pauci-sintomatiche.
Infine, sembrerebbe che la sintomatologia da tiroidite subacuta dovuta al COVID sia generalmente più lieve rispetto alla sintomatologia della classica tiroidite subacuta di De Quervain.
Pertanto, per tutti questi motivi e soprattutto per la grande diffusione della pandemia da SARS-CoV-2, è importante ricordare la possibile insorgenza di tiroidite subacuta nei pazienti con COVID ed eventualmente sottoporli a specifici accertamenti (esami clinici, ecografia tiroidea).
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Dott. Massimiliano Andrioli
Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio
Centro EndocrinologiaOggi, Roma
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tel/fax 0686391386
cell 3337831426
Studio EndocrinologiaOggi, Lecce
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tel/fax 0686391386
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2021